Crisi è probabilmente la parola più sentita e più pronunciata negli ultimi due anni. Non si riesce ad arrivare a fine mese e i soldi non bastano mai. Allora quale soluzione è da preferire? Aspettare che il politico di turno diventi premier dopo le elezioni del prossimo mese e, come è solito, non mantenga fede alle promesse sul debito pubblico, oppure evadere all’estero? La seconda opzione è certamente più appetibile, soprattutto in seguito alla nuova classifica stilata dall’Oecd, chiamata Better Life Index, sui Paesi nei quali si vive meglio.
Ecco gli elementi presi in considerazione nello stilare la preziosa classifica: occupazione, reddito istruzione e rapporto lavoro – vita sociale. Al primo posto si è piazzata l’Australia, una terra che incarna tutte le peculiarità e caratteristiche della life satisfaction, della vita soddisfacente. Seguono la Norvegia, gli Stati Uniti e la Svezia. Vediamo come mai.
L’Australia è una terra non ancora toccata dalla crisi economica, quindi qui non vi è la preoccupazioni di arrivare alla fine del mese. Tra l’altro, grazie all’aumento dell’import-export, è diminuito anche il tasso di disoccupazione, il quale, ora, raggiunge solo il 4%. Per non parlare dell’alto tenore di vita che spinge all’immigrazione gli abitanti dei Paesi stranieri colpiti dalla crisi.
L’Australia tra l’altro è una terra particolarmente consigliata anche dalla classifica “Global Liveability Report” stilata dall’Economist Intelligence Unit. E non solo: infatti per la terza volta, Melbourne, capitale dello Stato di Victoria, è stata eletta capitale dalla miglior vita. Erano 140 le città selezionate per la classifica.
All’Italia non ne va bene una, infatti si posiziona soltanto al 22° posto della classifica. Questo a causa dell’elevato tasso di insoddisfazione del modo di vivere e nella molto molto scarsa fiducia nelle istituzioni. Il nostro Belpaese si piazza, però, bene in termini di longevità: all’undicesimo posto, con una media di 82 anni.
E voi, emigrereste in Australia?