Intorno e sulle rive dell’Arno si distende una delle città più belle del mondo, ricca di arte, storia e cultura: parliamo di Firenze. Se avessimo vissuto nel pieno Rinascimento, in questa splendida città avremmo incontrato gente del calibro di Lorenzo il Magnifico, Filippo Brunellechi, Michelangelo, Donatello, solo per citarne alcuni. Nelle botteghe fiorentine venivano realizzati capolavori che ora popolano i musei di tutto il mondo, cambiando per sempre la storia dell’arte e della cultura mondiale.
Vediamo, dunque, alcuni dei posti più belli da visitare in quella che è stata la “Culla del Rinascimento”.
1. Piazza del Duomo (con la cattedrale di S.Maria del Fiore, il Battistero, Campanile di Giotto)
La Cupola di Filippo Brunelleschi domina la città nella quale ancora oggi nessuna costruzione più alta è stata mai realizzata. A rapire gli occhi anche il Duomo, ovvero la bellissima cattedrale di Santa Maria del Fiore. Con i suoi 170 anni di storia e i suoi 153 metri di lunghezza, fu costruita per rivaleggiare con le chiese di Pisa e di Siena.
2. Ponte Vecchio
Ponte Vecchio è uno dei ponti più fotografati e famosi al mondo. Dapprima sede di beccai e verdurai, questi vennero sloggiati per far posto alle botteghe degli orafi (ritenute più adatte alla bellezza del luogo), ancora oggi grande attrazione per i turisti di tutto il mondo.
3. Palazzo Vecchio
Si trova in Piazza della Signoria e la sua particolarità principale sta nel fatto che mai riuscirete a fotografarlo per intero. Troppo alto e troppo grande per essere immortalato in una sola foto. Si tratta del miglior esempio di architettura civile trecentesca esistente al mondo. All’ingresso vi è una copia del David di Michelangelo.
4. Gli Uffizi
Da Raffaello a Tiziano, passando per Caravaggio, questo museo rappresenta uno scrigno di capolavori artistici per coloro che amano l’arte eterna. Incommensurabile.
5. Cappella Brancacci
Si trova nella Chiesa di Santa Maria del Carmine. Masolino e Masaccio, maestro ed allievo, hanno realizzato gli affreschi di questa splendida cappella per volontà di Felice Brancacci.