La storia dell’uomo che, nel corso dei secoli, cerca di avvicinarsi alle stelle: l’UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) si è proposto di ripercorrere questa strada “celestiale“, nominando i 44 Patrimoni Astronomici. Importanti vestigia astronomiche sparse per il mondo che testimoniano al meglio i passi fatti verso il cielo dalle diverse culture e civiltà, dai celti agli egizi, fino ai giorni nostri.
L’UNESCO ha interesse a preservare questi tesori astronomici e a farli conoscere. Uno degli esempi più eclatante è il sempre enigmatico e misterioso monumento della Gran Bretagna, Stonehenge, monumento preistorico famoso in tutto il mondo. Secondo gli studiosi il sito archeologico rappresenterebbe un antico osservatorio astronomico: la posizione delle pietre (è ancora un mistero come siano state posizionate in quel modo) sembrerebbe legato ai punti di equinozio e solstizio. Altro Patrimonio Astronomico risultano le Piramidi di Giza, in Egitto. Si dice che, secondo la civiltà egizia, quelle piramidi rappresentavano la scala che conduceva fino al cielo; gli spigoli coinciderebbero con i raggi solari che scendono sulla Terra.
Anche in Italia vantiamo degli importanti Patrimoni Astronomici. C’è il Pantheon di Roma, dalla cui cupola filtrano i raggi solari, e il cui interno funziona da meridiana. I punti in cui cade l’ombra avrebbero tutti un diverso significato. Vi sono poi il Battistero di Parma e, fuori Roma, l’Acropoli di Alatri.
I punti astronomici non risalgono però tutti ai tempi antichi, vi sono alcuni più moderni e contemporanei. Qualche esempio: l’osservatorio delle Hawaii, la Torre Einstein a Postdam in Germania, l’osservatorio del monte Wilson a Los Angeles e quello delle isole Canarie.
Curiosità sull’Unesco: l’organizzazione stila dal 1970 la lista, ben nota, dei Patimoni dell’Umanità. Oggi i siti protetti dall’Unesco arrivano a 936. L’Italia è il Paese con maggior numero di Patrimoni, ne conta ben 47. Primato positivo, no?