I luoghi da vedere il prima possibile

Perchè il prima possibile vi starete chiedendo? Perchè questi luoghi sono in pericolo! Il National Geographic ha difatti analizzato una situazione di pericolo in cui versano alcuni luoghi meravigliosi del mondo. Nove siti messi a rischio dalla natura e dall’intervento umano, nove siti da non lasciarsi scappare. Affrettatevi!

Maldive.
Un arcipelago messo in pericolo dal riscaldamento globale. Entro qualche anno gli splendidi atolli potrebbero essere sommersi. Rischio evidente anche per la capitale, Malè.

Mar Morto.
Un mare che bagna le coste di Israele, Giordania e Cisgiordania e che, a oggi, costituisce il punto più basso della terra. Negli ultimi anni, a causa della diversione delle acque marine, si dice che il suo livello sia sceso di circa 25 metri. Nel frattempo il Jordan National Red Sea Development Project cerca di porre rimedio a questa situazione, deviando le acque del Mar Rosso verso il Mar Nero.

Kyoto, Giappone.
Una città interessata ultimamente da una rapida modernizzazione che sta facendo scomparire le tipiche case machiya. Una città alla quale lo stesso World Monuments Fund sta pensando, per mettere sotto tutela i suoi tesori storici.

Isole Salomone.
Tetapare risulta l’unica isola nell’Oceano Pacifico rimasta immune dalla deforestazione. Qui nuotano liberi dugonghi e squali. Un paradiso da preservare.

Glacier National Park, Stati Uniti.
Di ghiacciai ne erano 150 nel 1910, nel 2010 se ne contano solo 25. Nel 2020, a causa del riscaldamento globale, potrebbe non esservi nemmeno un solo ghiacciaio.

Bhutan.
Un Paese la cui apertura al turismo è solo ora in via di sviluppo. Il World Mouments Fund si interessa all’equilibrio spirituale dei monaci del monastero di Phajoding. Ad essi spetta di far coinciliare le proprie pratiche religiose e spirituali con l’accoglienza ai viaggiatori. Meglio non affollarli per preservare il loro status quo.

Foresta Atlantica, Sud America.
In origine si trattava di 1,35 milioni di km di natura incontaminata che ricopriva Brasile, Paraguay, Uruguay e Argentina. Attualmente l’estensione si è ridotta al 7% di quella originale.


Monte Kilimanjaro, Tanzania.
Secondo i dati dell’ONU, i ghiacciai risalenti a 10 mila anni fa, sono oggi ridotti di ben l’80%. Anche in questo caso la causa è da additarsi al riscaldamento globale e ai diversi utilizzi del sottosuolo.


Everglades National Park, Stati Uniti.

Secondo l’U.S. National Park Service, le paludi del parco potrebbero essere presto invase dalle acque salate del mare, dato l’innalzamento del livello delle acque da 10 a 20 cm.

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