Vi state preparando da mesi probabilmente, ma la grande gara podistica famosa in tutto il mondo non si farà. Ad annunciarlo il sindaco della Grande Mela, Michael Bloomberg, il quale ha fatto marcia indietro. Infatti il primo cittadino della città martoriata dall’uragano Sandy, aveva deciso in seguito a questa triste catastrofe naturale, di portare avanti comunque l’iniziativa. Subito sono scattate le polemiche, tanto che il sindaco Bloomberg si è tirato indietro ed ha deciso di cancellare la celebre manifestazione podistica, la quale si disputa ogni anno dal 1970.
“Abbiamo deciso di cancellare la maratona, (i partecipanti) avranno ulteriori informazioni nei prossimi giorni. […] Non vorremmo che una nube rimanesse sospesa sulla corsa o sui suoi partecipanti, così abbiamo deciso per la cancellazione. Non possiamo consentire che le controversie sopra un evento sportivo, per quanto importante, distraggano l’attenzione da tutto il lavoro critico che viene svolto per riprenderci dalla tempesta e dalla tragedia”
ha scritto l’ufficio del primo cittadino sul suo profilo Twitter.
Anche se soltanto qualche giorno fa il sindaco aveva dichiarato il suo appoggio nel portare avanti la tanto amata maratona di New York:
“New York deve dimostrare che c’è, e che recupererà . Occorre dare alla gente qualcosa da festeggiare dopo una settimana piuttosto lugubre. La maratona incarna lo spirito della città di New York, la sua vitalità, la sua tenacia. E la determinazione dei newyorchesi”.
Basti pensare che la maratona, dal 1970, non si era mai fermata, nemmeno nel 2001, dopo soltanto due mesi dall’attentato e dal crollo della Torri Gemelle. Ad oggi però i soccorsi stanno ancora lavorando, tra l’altro anche senza corrente, nel disperato tentativo di trovare qualche disperso, magari ancora in vita. Comunque gli iscritti alla corsa sarebbero circa 50.000 e la città avrebbe potuto guadagnare molto, basti pensare che lo scorso anno portò a New York un guadagno di circa 340 milioni di dollari. Forse quei soldi sarebbero utili per far tornare in piedi l’America, o no?