Sembra passato un secolo da quella maledetta giornata del 13 gennaio. Durante una crociera nel Mediterraneo, la Costa Concordia, bellissima navigazione della Costa Crociere, ha urtato gli scogli de Le Scole, a 500 metri circa dal porto dell’Isola del Giglio. Lo scontro con gli scogli ha provocato uno squarcio sulla nave da crociera di ben 70 metri nello scafo. Nella tragedia hanno visto la morte 30 persone, su un totale di 4229 persone a bordo. Moltissimi i feriti. Tutto questo, e molto di più, verrà raccontato e ricordato in un libro. Un volume nato e voluto per raccontate la visione della tragedia dal punto di vista degli abitanti dell’isola del Giglio.
“Quella notte al Giglio. Il dramma della Concordia” è il titolo del volume curato dal giornalista Cristiano Pellegrini, che sin dalle prime ore ha seguito in diretta dall’isola la vicenda, favorendo inoltre la comunicazionedel comune dell’isola. Il volume è stato presentato venerdì 11 maggio a Torino, in occasione della XXV edizione del Salone Internazionale del libro.Nel corso della presentazione ci sarà anche la presenza dl sindaco dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli e la giornalista del Tg1 Valentina Bisti.
Il libro contiene, appunto, le testimonianze dei racconti degli abitanti dell’isola del Giglio e di chi è intervenuto in primissima persona durante quella disastrosa notte. Ad esempio compaiono i nomi di Valeria, che ha aperto appositamente la scuola del paese per dare un posto caldo ai superstiti; o quello del sacerdote Lorenzo che veste i naufraghi con abiti della chiesa, e, ovviamente immancabile, il nome di Roberto, il capo dei vigili urbani che più volte invitò il capitano Schettino a risalire a bordo della nave.
Una gentilezza, una prontezza ed una generosità d’animo che fanno dei gigliese dei veri eroi, tanta è la loro sensibilità. Difatti recentemente, dopo che i turisti visitavano l’isola per farsi scattare una foto con il relitto della Costa Concordia in lontananza, hanno appeso questo cartello: “Avvertenza ai cortesi turisti. Al Giglio ammirate le bellezze dell’isola, transitate ad almeno 150 metri dal relitto e mantenete un atteggiamento di rispetto”.
Onore e rispetto a loro, dunque, e soprattutto alle vittime e ai loro parenti.