Eravamo abituati a tenere la patente a punti nel portafogli, tra un documento e un altro. Invece ora ci ritroveremo varie città italiane i cui locali pubblici avranno una patente a punti. Si tratta di un’iniziativa ideata da gestori e comuni per tenere a freno il rumore e la sporcizia nei quartieri dedicati proprio alla movida e dunque al divertimento notturno.
Giuseppe Barbera, assessore all’Ambiente del Comune di Palermo, ha infatti dichiarato, dopo l’aumento dell’80% degli interventi della polizia e carabinieri locali durante la vita notturna negli ultimi 2 – 3 anni:
“La gente deve poter prendere casa sapendo che c’è rispetto del riposo”
D’altro canto, però, non tutti i gestori sono concordi. Infatti Lorenzo Segre, titolare del locale Moyo, situato a pochi passi dalla basilica di Santa Croce, ha detto:
“Non funziona perché si colpisce solo l’imprenditore senza punire il comportamento incivile del singolo. Se chi sta per strada compra alcolici al minimarket e orina sul marciapiede i gestori dei locali che ci possono fare?”.
Ma come funzionerà? A grandi linee viene seguito il modello della patente di guida, dunque se sgarri, ti vengono tolti i punti, e se ti comporti bene verranno aumentati. Ogni locale parte con una dotazione di 20 punti. A Firenze, ad esempio, nel caso in cui si perdano tutti i punti si rischia grosso: si va dalle sanzioni alla sospensione dell’attività fino a cinque giorni per arrivare, per quanto riguarda i casi più gravi, alla chiusura definitiva del locale.
La prima città che ha adottato questo metodo è stata Torino, poi si è aggiunta Firenze. In questi giorni si parla anche di Palermo e Bari. Mentre città come Catania, Udine, Pisa, Brescia, Napoli e Roma stanno pensando di introdurlo. Che sia controproducente dal punto di vista del divertimento e dei viaggi? I ragazzi continueranno a visitare le varie città, sapendo che dopo le 23 non sarà possibile ascoltare musica all’interno dei locali? Vedremo.