Sicilia da amare: Noto, la barocca

La Sicilia è un luogo in cui ovunque ti volti ci sono storia, arte e bellezze naturali,grazie all’influenza passata di tante culture diverse: sono numerose le città di questa regione che dovreste visitare ed apprezzare, e noi oggi vi parliamo di Noto.
La città è un splendido esempio di barocco in Italia, un cuore antico situato sul Monte Alveria, testimonianza di una Noto protagonista della storia siciliana: è proprio qui che è sono stati rinvenuti i resti di un insediamento risalente all’Età del Bronzo.
La città fu totalmente devastata da un terremoto nel 1693 e da lì, fu completamente ricostruita e le fu data l’immagine che oggi ci perviene: palazzi, scalinate, piazze e monumenti, un centro dove prevale l’uso della pietra locale dalle tonalità quasi dorate.
L’ingresso alla città è simboleggiato dalla Porta Ferdinandea realizzata per l’avvento di Ferdinando II di Borbone; un gioiello d’architettura civile è costituito invece dal Palazzo Ducezio, al cui interno si ritrova la Sala di Rappresentanza a pianta ovale, affrescata da Antonio Mazza. Subito di fronte a tale Palazzo sorge la splendida Cattedrale di Noto, dedicata a San Nicolò.
Questo però è solo uno degli edifici religiosi da vedere in città, chiese maestose e luoghi di culto realizzati con il tocco decorativo barocco: la Chiesa del Santissimo Crocifisso, dove vi è racchiuso il mistero della Madonna Bianca sopravvissuta al terremoto, la Chiesa di S.Carlo al corso, la Chiesa di San Domenico, e il Santuario di San Corrado, sito nella Valle dei Pizzoni.
Forziere del più antico tesoro storico di Noto è la famosa Villa del Tellaro, una sontuosa residenza d’epoca romana, scoperta nel 1971: oggi, dopo un lungo restauro,viene messa in mostra al pubblico con i suoi mosaici preziosi.

Oltre però al corposo patrimonio storico-culturale-architettonico, Noto s’afferma per un grande scenario paesaggistico che la circonda: per una passeggiata “tutta natura” vi sono la Riserva del Cavagrande, l’Oasi Faunistica dei Vendicari e la spiaggia di Calamosche (Bandiera Blu dal ’05).

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