Le 10 pietanze più stravaganti del mondo

Quando si è in visita in un qualsiasi luogo del mondo è quasi dovuto assaggiare le pietanze che caratterizzano l’enogastronomia del posto. Diciamo “quasi” dovuto perchè non sempre le pietanze sono poi così appetibili da farci venire l’acquolina. Ci sono posti in cui è possibile assaggiare cibarie mai provate prima e soprattutto strane per quelle che sono le nostre abitudine alimentari. Se citiammo ad alcuni piatti del Belpaese considerati stravaganti, come il panino con la milza siciliano oppure il casu marzu (formaggio sardo colonizzato dalle larve della mosca casearia), pensate che queste vi appariranno come deliziose leccornie se paragonate con i 10 cibi più strani al mondo. Più che strani alcuni vi appariranno davvero disgustosi.

Uno di questi è il nostrano Tapulon di carne d’asino, una specialità originaria del Piemonte, non dovreste spostarvi molto per assaggiarne un boccone. Se poi siete amanti delle torte potreste provare la torta che ha come ingrediente principale il sangue di maiale, specialità taiwanese. In Sud Corea c’è chi il polpo lo preferisce crudo e, se vogliamo dirla tutta, anche in Italia c’è chi mangia polpo crudo appena pescato. Ciò che qui è più difficile trovare sono sicuramente le cavallette, tipica prelibatezza dell‘Uganda; la Francia preferisce la carne di piccione. La natura può regalare anche frutti non proprio succulenti e deliziosi, è il caso del durian, un frutto puzzolente del Sud Est Asiatico: non proprio qualcosa che hai voglia di addentare! In alcune zone del mondo si mangia del pesce prelibatissimo, ma poi c’è il Lutefisk, una sorta di stoccafisso norvegese che prelibatissimo proprio non sembra. Potreste poi assaggiare le larve assieme agli aborigeni e nel frattempo sorseggiare lo Snake Wine, un vino ottenuto dal riso e fermentato tra serpenti, tartarughe, scorpioni, insetti e uccelli. E infine c’è chi mangia pipistrelli a cena, chissà conditi come poi…

L’importante, quando si tratta di rifiutare piatti tipici di una zona, se proprio avete deciso di farlo, è di non partire prevenuti nei confronti delle relative abitudini alimentari.

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